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Lettera a Squinzi (Confindustria): un sereno invito a riflettere sull’interesse del sistema industriale italiano

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Egregio Presidente, le scrivo poche righe dopo questa sua dichiazione di oggi relativa alla manovra di Letta:

I passi sarebbero anche nella direzione giusta, ma ancora una volta sono passi non sufficienti a farci ritrovare la crescita. Spero che si possa intervenire ulteriormente per fare qualcosa di più». Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine dell’inaugurazione del Salone Saie a Bologna, ha commentato la legge di stabilità approvata ieri dal Consiglio dei ministri. Una manovra che non incide realmente sul costo del lavoro. Noi avevamo indicato come priorità assoluta il cuneo fiscale.

In sintesi la Monovra prevede 5-6 miliardi di riduzione del cuneo fiscale in ben 3 anni, equivalente a meno dell’1% del monte salari lordo del settore privato: e’ ovvio che un 1% triennale di riduzione sul tendenziale del CLUP (Costo del Lavoro per unita’ di prodotto), quando ne abbiamo perso un 25% nel differenziale con la Germania dal 2000 ad oggi, e’ qualcosa che fa semplicemente scappare dal ridere, e non puo’ cambiare la tendenza al declino della manifattura Italiana.

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Presidente, vedo che lei, ogni giorno si lamenta. Parliamoci chiaramente: se anche il Governo avesse seguito i suggerimenti di Confindustria, mettendo sul piatto cifre raddoppiate, non sarebbe sostanzialmente cambiato niente.

Per cambiare seriamente le cose, e far tornare la manifattura Italiana a correre servirebbe un recupero di almeno 10-15% nel CLUP (Costo del Lavoro per unita’ di prodotto). Possiamo rigirare la frittata come vogliamo, ma il punto e’ questo.

Questo si fa solo in 3 modi:

A) Tagliando la componente tasse sul monte salari di un valore pari al 10-15% del monte salari complessivo del settore privato: in sintesi, una manovra di 60-90 miliardi di riduzione della Spesa Pubblica, che vada a totale vantaggio delle Imprese. La cosa e’ semplicemente IMPOSSIBILE (sia nell’entita’, sia che il beneficio vada al 100% alle imprese, senza vantaggi a lavoratori o altre categorie sociali)

B) Tagliando del 10-15% il Monte Salari complessivo a pari produttivita’. La cosa e’ equivalente a lasciare a casa 2 milioni di lavoratori, oppure ridurre i salari flat del 10-15%, appunto. Anche questo e’ semplicemente IMPOSSIBILE, in questa entita’ ed in tempi stretti. Tra l’altro tale misura porterebbe ad un collasso della Domanda Interna, e creerebbe una serie di altri scompensi.

C) Tornando alla Lira e Svalutando. La cosa e’ IMPOSSIBILE unicamente per Draghi, convinto dell’irreversibilita’ dell’Euro. In realta’ lo scenario e’ perfettamente probabile ed ampiamente considerato internazionalmente.

Ora, lei dichiaro’:

se usciamo dall’Euro il PIL fa -30%

Qui trova 9 studi sulla questione Break-up dell’Euro , e tutti lo considerano come uno scenario possibile, e la maggioranza di questi studi internazionali ipotizza per l’Italia vantaggi piu’ o meno significativi (a differenza di quanto sostiene lei), altro che -30%.

Onestamente, non comprendo perche’ non faccia l’interesse della maggioranza dei suoi associati (mi rendo perfettamente conto che non e’ l’interesse di tutti gli associati): il complesso delle imprese manifatturiere Italiane (ed il Paese) avrebbe vantaggi significativi dall’uscita dall’euro stando a diversi studi internazionali. Solo uno specifico studio prevede una severa recessione. Ma al di la’ degli ipotetici scenari in caso di uscita dall’euro, dovrebbero esserle perfettamente chiari gli scenari in caso di rimanere nell’euro: continuare a fare -1/2% all-anno di PIL e -2/3% di produzione Industriale all’anno in meno rispetto ai nostri concorrenti europei (dato in perfetta linea coi risultati degli ultimi 15 anni), continuando da parte sua a richiedere al governo di turno, qualcosa che non le daranno mai.

 

Chiudo con una frase che l’ex Presidente della Confindustria tedesca, Hans-Olaf Henkel, rilascio’ in un intervista nel 2011 all’espresso:

Quando ero presidente di Confindustria. l’Italia era per noi tedeschi un concorrente formidabile perché i vostri politici avevano libertà di svalutare la lira. I prodotti del made in Italy risultavano imbattibili. L’euro ha legato le mani alla vostra economia, e da allora l’Italia sprofonda nei debiti. Siete la vera bomba a orologeria per l’Ue.

Forse, vale la pena pensarci un attimino.

 

By GPG Imperatrice

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